Cava Turci, il tar boccia il comune di Solofra.L'ente di Palazzo Orsini aveva presentato ricorso per l'annullamento del Decreto Dirigenziale – DD – n. 51 del 23.9.2020 della Giunta Regionale della Campania – Genio Civile di Avellino -, con il quale è stato prorogato il termine di scadenza dell'autorizzazione rilasciata con DD.n. 50/2012. E nel 2021 aveva presentato motivi aggiunti. Nel sito estrattivo sono in corso lavori di “coltivazione”. Un ricorso ritenuto infondato dal tribunale amministrativo. Nessuna illegittimità dunque. In alcuni passaggi della sentenza il tar ha evidenziato la tardività di alcune censure sollevate dal comune. E' il caso ad esempio dell'eccezione sollevata rispetto “alla distanza di rispetto tra la cava e la fonte idrica, trovandosi a distanza inferiore a mt. 200 da essa”. Una censura basata su “atti pubblici certamente in possesso dell’ente locale a disposizione di tutti, quali il PUC” e che avrebbe dovuto essere articolata “tempestivamente avverso il Decreto Dirigenziale della Giunta Regionale della Campania – Settore Genio Civile di Avellino n.50 del 04.06.2012, e non avverso il Decreto dello stesso Settore Genio Civile di Avellino n.51 del 23.9.2020, che si è limitato a prorogare il termine di scadenza dell’autorizzazione rilasciata con D.D. n. 50 del 4/06/2012, senza apportare alcuna modifica al progetto già approvato”. Un motivo peraltro ritenuto infondato perchè, tra l'altro, non è stato dimostrato “un effettivo e concreto stato di pericolo che richieda la messa insicurezza”. Ed ancora. Il tar ha rilevato che l’area di cava rientra nel Piano regionale attività estrattive e quindi il comune di Solofra avrebbe dovuto far valere le sue contestazioni sulla apertura e sulla localizzazione della cava impugnando il piano. Cosa che invece non è avvenuta. Cade dunque nel vuoto il ricorso presentato da palazzo orsini. Una brutta notizia per le associazione ambientaliste che con una petizione hanno chiesto a Regione e Comune il riuso naturalistico dell'area
Cava Turci, il tar boccia il comune di Solofra.L'ente di Palazzo Orsini aveva presentato ricorso per l'annullamento del Decreto Dirigenziale – DD – n. 51 del 23.9.2020 della Giunta Regionale della Campania – Genio Civile di Avellino -, con il quale è stato prorogato il termine di scadenza dell'autorizzazione rilasciata con DD.n. 50/2012. E nel 2021 aveva presentato motivi aggiunti. Nel sito estrattivo sono in corso lavori di “coltivazione”. Un ricorso ritenuto infondato dal tribunale amministrativo. Nessuna illegittimità dunque. In alcuni passaggi della sentenza il tar ha evidenziato la tardività di alcune censure sollevate dal comune. E' il caso ad esempio dell'eccezione sollevata rispetto “alla distanza di rispetto tra la cava e la fonte idrica, trovandosi a distanza inferiore a mt. 200 da essa”. Una censura basata su “atti pubblici certamente in possesso dell’ente locale a disposizione di tutti, quali il PUC” e che avrebbe dovuto essere articolata “tempestivamente avverso il Decreto Dirigenziale della Giunta Regionale della Campania – Settore Genio Civile di Avellino n.50 del 04.06.2012, e non avverso il Decreto dello stesso Settore Genio Civile di Avellino n.51 del 23.9.2020, che si è limitato a prorogare il termine di scadenza dell’autorizzazione rilasciata con D.D. n. 50 del 4/06/2012, senza apportare alcuna modifica al progetto già approvato”. Un motivo peraltro ritenuto infondato perchè, tra l'altro, non è stato dimostrato “un effettivo e concreto stato di pericolo che richieda la messa insicurezza”. Ed ancora. Il tar ha rilevato che l’area di cava rientra nel Piano regionale attività estrattive e quindi il comune di Solofra avrebbe dovuto far valere le sue contestazioni sulla apertura e sulla localizzazione della cava impugnando il piano. Cosa che invece non è avvenuta. Cade dunque nel vuoto il ricorso presentato da palazzo orsini. Una brutta notizia per le associazione ambientaliste che con una petizione hanno chiesto a Regione e Comune il riuso naturalistico dell'area
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